Quando
Giovedì 12 giugno 2020
Dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 15:00 alle 18:00
Dove
Piazza del Tiratoio, Firenze
Durata
6 ore
Costo
0 €
Informazioni generali
Partendo da un’evidente assonanza nel titolo, 11 fotografi dell’Associazione Culturale Infoto di Firenze hanno prodotto i loro lavori incrociando queste due tematiche. Le mani rappresentano l’azione: mani che lavorano, mani che si uniscono e si separano, mani che toccano, mani che si muovono, ritratti e dettagli di mani; le manie sono invece un prodotto della mente che induce chi fotografa a cercare la perfezione dell’ora esatta e dell’inquadratura, la continuità delle linee, il diaframma 22, il monocromatismo… Per ottenere questo risultato, la nostra sfida è stata quella di riavvicinarci al lavoro artigianale (come opposto a una fotografia automatica e “facile”), attualizzando metodi e attrezzi: il cavalletto, la livella, il metro, la precisione delle inquadrature… Il risultato di questa ricerca è la costruzione di una continuità ideale tra emozione e pensiero.
La fotografia, nel corso del tempo, è spesso diventata un bene di consumo; la macchina a lastre, da usare con cavalletto e lunghi tempi di esposizione, è stata sostituita prima da apparecchi più leggeri con obiettivi e pellicole intercambiabili, adesso con macchine digitali e smartphone di ogni forma e dimensione, dotati di memoria illimitata. Notiamo poi che la fotografia singola sta perdendo la sua esclusività e che il linguaggio fotografico non inflazionato si sta avvicinando a quello del cinema, con una serie di immagini consecutive che prendono il nome di portfolio.
L’obiettivo finale di questo workshop prevede l’allestimento di una mostra che comprenda pannelli formati da più immagini o singole foto accostate tra di loro a creare un racconto: molteplicità di soggetti e punti di vista, unificati da una ricerca di sperimentazione che ha costituito l’elemento portante di tutto il progetto.
Il docente
Massimo D’Amato
Fotografo professionista dal 1981 e giornalista pubblicista dal 1995, vive e lavora a Firenze. Nel suo curriculum una lunga esperienza come fotografo di spettacolo (Teatro di Pisa, Orchestra della Toscana, Teatro di Rifredi, Arca Azzurra, Italian Instabile Orchestra e altro); nel 1995 e 1996 viaggia in ex jugoslavia fra guerra e dopoguerra, realizzando mostre fotografiche per Unicoop Firenze e amministrazioni territoriali toscane; continua a lavorare in tematiche sociali (immigrazione, residenze assistite, lavoro) con finanziamenti pubblici, collaborando a pubblicazioni editoriali e producendo altre mostre fotografiche. Dal 2015 si occupa di formazione con Università Età Libera a Firenze e Scandicci, Comune di Firenze e alcune scuole cittadine. Negli stessi anni espone progetti di fotografia artistica in alcune gallerie (Sensus, la Barbagianna) e spazi pubblici.
mail: massimodamato@virgilio.it
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